Una foto sgranata come i ricordi. Colori opachi come le voci che non senti più e una giostra che gira e gira, dalla quale prima o poi sarai invitato a scendere.

Esiste un contrasto impercettibile fra la quotidianità e la vita. L’una si concentra su istanti veloci e repentini, l’altra su tutto il resto, su tutto ciò che dura.

Si completano e si annullano allo stesso tempo: la prima tende a isolare la seconda, concedendole soltanto piccoli frammenti di tempo ogni tanto.

È proprio un frammento che mi basta stasera per ripensare a te. Con malinconia, con desiderio.
È sufficiente per tornare agli anni in cui la tua mano era troppo grande per la mia e per non perdermi mi bastava un dito, quello con cui si indica, quello con cui si chiede di poter parlare.
Basta un frammento di tempo per ricostruire il tuo sorriso, riaprire i tuoi occhi e colorarli di un colore simile a quello che avevi. La memoria, si sa, non conosce tutte le sfumature.

Già, sono veramente convinta che esista un filo sottile che colleghi e separi quotidianità e vita. La prima ti dà l’illusione dei minuti che finiscono e ricominciano, la seconda no, è più schietta. Ti sbatte in faccia la fragilità umana. È più onesta.

Farsene una ragione, come suggeriscono alcuni, è facile a dirsi, impossibile a realizzarsi. È una frase priva di senso, che accontenta il cuore e non sazia lo spirito, ma è pur sempre la prima a cui si pensa. Parole veloci che si riescono a mettere insieme, una dopo l’altra. Suonano bene, è vero, ma hanno poco o niente di vero.

Sì, sono sicura che ci sia un legame invisibile tra la quotidianità e la vita.
La prima può concederti la presenza, la seconda può ricordarti l’essenza e, sebbene sia difficile, in cuor tuo sai quale delle due conti davvero.

L’una ti serve per sopravvivere, l’altra…beh, l’altra ti fa vivere.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here