Avete presente quell’attimo prima di un bacio?

Stai parlando, magari da un po’, hai riso tanto e le mani, gesticolando, hanno sfiorato per sbaglio le sue ed è stato un brivido tutte le volte. Un brivido che hai nascosto bene.

Non ti sei fermata un attimo, hai raccontato di tutto: la tua prima gita, quella volta in cui alle medie ti sei beccata una nota e non sapevi come dirlo ai tuoi, gli hai detto pure di aver perso la strada una sera al buio, tra le campagne di una città che non era la tua e ti sei spaventata.

Lui ti ha ascoltato tutto il tempo, ha seguito le tue storie con gli occhi, provando a immaginare ogni scena.
Ti sei raggomitolata nel tuo giubbotto per sfuggire al freddo dell’inverno e lui ha riso, vedendoti sparire piano piano, risucchiata dall’abbraccio di un bomber nero tanto grande e caldo.

Così gli hai dato il cambio. Gli hai fornito l’occasione per allungare l’attesa. Adesso parla lui e ti racconta di un viaggio in America che gli ha cambiato la vita, di un progetto che ha in mente e che forse ha paura di affrontare, dei suoi amici, pochi, ma buoni, del suo cane, un trovatello strappato al canile e di che cosa significhi davvero vivere da soli.

Lui sa usare la lavatrice, tu ancora no. Lui sa cucinare, tu ai fornelli pasticci qualcosa di commestibile. Lui fa sempre la spesa in modo intelligente, tu al supermercato compri solo ciò di cui hai voglia in quel momento, ciò di cui il giorno dopo ti sarai già stancata e finirai col buttare dopo qualche settimana.

Capisci che forse siete tanto diversi, che forse hai qualcosa di tuo da dargli e qualcosa di suo da ricevere. Che potrebbe essere la volta buona o l’ennesima volta sbagliata. Che il cuore potrebbe scoppiarti in gola o fermarsi e non battere più. Che potresti dover cambiare le tue abitudini, i tuoi modi di fare per dar spazio anche a lui, alle sue abitudini e ai suoi modi di fare. Che ciò che piace a te potrebbe non piacere a lui e che ciò che piace a lui potrebbe non piacere a te e che sarebbe perfetto trovare qualcosa che piaccia a entrambi.

Ma non ti fai problemi, non è il momento. Non ci pensi, non ti fai turbare dalla mente che parla, parla e parla a un cuore che non ha orecchie per sentire.

Gli dici che stai bene, ti dice che non stava così da tempo. Ammetti che ti fa ridere, ti confessa che non si divertiva in quel modo da tanto.

Forse è speciale, forse per lui lo sei anche tu.

Si fa tardi su quelle panchine che si affacciano sul mare, cala l’umidità della sera e la sveglia il giorno dopo suona presto.

Dovete andare, anche se non volete. Dovete alzarvi, anche se ormai quel posto, l’una accanto all’altro, è diventato troppo comodo.

Vi allontanate da lì, in silenzio, con il profondo desiderio di prendervi per mano, ma non lo fate, perché non vi appartenete, non ancora e le mani, si sa, cedono troppo facilmente alle lusinghe dei sogni, ci rimangono male se poi svaniscono e si stringono in pugni che diventano porte chiuse a chiave.

Vi avvicinate alla macchina, ti apre la portiera e ancora una volta ti sorride, fiero di un gesto che ha concesso a poche, anche se ancora non lo sai. Fa il giro attorno all’auto e sale pure lui. Mette in moto e procede lentamente per non giungere troppo in fretta sotto casa. La musica in sottofondo vi tiene compagnia.

Hold, hold on, hold on to me. ‘Cause I’m a little unsteady, a little unsteady. If you love me, don’t let go. If you love me, don’t let go.

E già adori quella canzone, la conoscevi, ma adesso la senti semplicemente tua.

State per arrivare, ma sbaglia strada, prosegue dritto, non gira, non ti chiedi neanche perché e non lo chiedi a lui, che si ferma poco dopo in una piazzola all’ombra della notte, lontani dai lampioni curiosi. Mette in folle e ti guarda.

Avete presente quell’attimo prima di un bacio?
Quello in cui un uomo non sa se sta per fare la cosa giusta.

Quello che ha già il sapore di domani, di voi. Quello in cui le labbra si fanno secche e muoiono di sete. Quell’attimo che, in verità, dura più di un attimo e basta.

Sta per avvicinarsi, ma la cintura di sicurezza lo blocca. Così sorride imbarazzato, convinto di aver bruciato il momento, di aver rovinato l’occasione perfetta, perché la musica sta per finire e l’orologio fa girare ininterrottamente prima le lancette dei secondi e poi quelle dei minuti e la macchina è ancora in folle e il telefono potrebbe squillare per qualche stupida notifica.

In quell’attimo lì sei tu che azzeri le distanze e lo baci per prima. Senza vergogna, senza timidezza, senza esitazione. Perché sai che basterà poggiare le tue labbra sulle sue e la parte più bella verrà da sé.

È il racconto più autentico e prezioso, quello di un attimo che è tutto e niente.
Tutto ciò che volete e che potete e niente da inventare.
Tutto ciò che sarete.

(Foto Pixabay, Owensart)

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