Titolo: In nome della madre
Autore:  Erri De Luca
Casa editrice: Feltrinelli (Universale economica)
Anno di pubblicazione: 2020
Numero di pagine: 79
Prezzo di copertina: 9,90 euro
Passaggio del testo preferito: “Però sei stato messo dentro di me da un fiato di parole, non da un seme. Sarai pieno di vento”

In nome della madre di Erri De Luca (Universale Economica Feltrinelli) è l’ultimo libro che ho letto, obbligandomi a una sera di pausa, silenzio e nient’altro.

Lo presi a Torino, durante un bellissimo pomeriggio trascorso in una città di cui mi sto innamorando pian piano. Lo scelsi per il titolo, senza leggere neanche la quarta di copertina. Viaggiò con me nel ritorno in Sicilia e in queste settimane mi ha atteso paziente sul comodino.

L’ho divorato in un’ora ieri sera, sdraiata nel mio letto e con Mickey accovacciato accanto, che ogni tanto tentava di mordicchiare qualche pagina.
Un libro agile e scorrevole, una storia che dona umanità alla figura di Maria, madre di Gesù, ma non solo. È interessante, infatti, come la maternità venga spesso narrata con la voce e le emozioni di Giuseppe, suo sposo.

«Con la tenerezza venne la gratitudine. Mi aveva creduto. Contro ogni evidenza si affidava a me. Sulla sua bella faccia non s’era mosso neanche un muscolo del sospetto, un aggrumo di ciglia, uno sguardo di sbieco. E aveva visto la sua Miriàm per la prima volta, perché era la prima volta che lo guardavo in faccia senza abbassare la fronte, come neanche le mogli osano fare. Mi aveva creduto, ero felice e calda di gratitudine per lui. “Fai quello che è giusto, Iosef. Io oggi sono tua più di prima, più della promessa”»

È il racconto dell’attesa, del coraggio, della paura, degli insulti spietati contro una donna incinta, ma non del suo sposo. Una maternità che si fa carne e diventa fragile nelle pagine finali, in cui il parto si avvicina e quel bambino attende di venire al mondo. Emerge un ritratto tenero di Miriàm/Maria, travolta dalle preoccupazioni di una madre e dal timore di non poter decidere per lui, suo figlio.

«Fa’ che non sia bello, non susciti invidie. Ascolta la preghiera alla rovescia della tua serva. Stupida che sono stata a vantarmi in me stessa della sua perfezione, della sua venuta dentro di me senza seme di uomo. Stupida e peccatrice per orgoglio a esaltare la sua specialità. Sia nessuno questo tuo Ieshu, sia per te un progetto accantonato, uno dei tuoi pensieri usciti di memoria. Ti pregano già tanto di ricordare questo e quello. Scòrdati di Ieshu»

In nome della madre è il tentativo originale e riuscito di Erri De Luca di restituire alla figura di Maria la semplicità di una femminilità coraggiosa, pura, umana e reale. Il modo più sincero di far parlare la Vergine e di avvicinarla agli uomini.

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