Titolo: È così che si fa
Autore:  Giulia Rossi
Casa editrice: Nord
Anno di pubblicazione: 2019
Numero di pagine: 342
Prezzo di copertina: 16,90 euro
Passaggio del testo preferito: “Sua nonna glielo aveva ripetuto fin da piccola: la felicità, quando c’è, non ha bisogno di gridare. La si tiene al riparo, le si parla sottovoce. Come un bambino che dorme e che abbiamo paura di svegliare”

È così che si fa (Editrice Nord, 2019) è il romanzo d’esordio di Giulia Rossi, laureata in Filosofia ed esperta di comunicazione e formazione in ambito digitale. Un libro che con uno stile scorrevole, chiaro e diretto tocca un argomento attuale: l’uso pericoloso e incontrollabile dei social network e del web in generale.

Protagonista della storia è Federico Gastaldi, docente in un liceo classico di una cittadina di provincia e autore di un biglietto anonimo compromettente, che viene trovato per caso, fotografato e diffuso su internet, suscitando non solo pettegolezzi, ma anche l’interesse dei giornali e delle televisioni.

“Aveva strappato un foglio bianco da un’agenda e aveva iniziato a scrivere di getto. Aveva ripiegato poi il foglio senza neanche rileggerlo. Lo aveva infilato nella tasca dei jeans e aveva scavalcato la balaustra della terrazza. Da quell’altezza tutto gli era parso piccolissimo e perciò ancora più insensato. Guardando in basso, si era messo quasi inconsapevolmente a calcolare i metri di altezza che lo separavano dall’asfalto. L’immagine del suo corpo ridotto in poltiglia sopra la Ford blu del suo vicino gli era passata per la mente un secondo appena, ma quel tanto era bastato a fargli scavalcare di nuovo la ringhiera, lasciandosi l’abisso alle spalle. Non era capace nemmeno di uccidersi”.

Un uomo che tenta il suicidio e lo mette nero su bianco in un biglietto, in cui confessa anche il tradimento con una ragazza della scuola. Un romanzo adatto anche e soprattutto a un pubblico di lettori giovani, ai quali andrebbero trasmessi l’importanza di un uso consapevole e prudente dei social e i rischi che ne conseguono per sé e per gli altri. La storia, condotta con semplicità e naturalezza dall’autrice, nonostante la delicatezza del tema, prende spunto in determinate scene da fatti estrapolati dalla realtà: cronache riferite dai TG nazionali, il fenomeno del Blue Whale o ancora episodi di persone comuni travolte da tempeste mediatiche a causa della condivisione e diffusa impropria di contenuti che le vedevano protagoniste sul web (per esempio Tiziana Cantone o Katia Ghirardi di Banca Intesa).

“La percezione era così nitida che per un attimo pensò di non essere pronta. Lo ripose nella borsa e riaccese il motore. Poi rigirò la chiave all’indietro e riprese in mano il telefono. Sbloccò lo schermo ed entrò in internet. C’era soltanto il gracchiare della radio mal sintonizzata a fare da sottofondo. Le prime notizie che uscirono tra i risultati della ricerca riguardavano una misteriosa scritta comparsa sul muro dei bagni delle ragazze. Poi riuscì a rintracciare anche il testo della lettera. La lesse una volta. Poi un’altra. Poi ancora. Fino al punto in cui il senso di quello che leggeva non fu logorato, come le poesie imparate a memoria da bambini”.

Ciascuno di noi è responsabile delle proprie azioni e tali sono anche quelle che ci vedono agire sul web, sebbene protetti da uno schermo. Ogni frase, ogni commento, ogni condivisione e così tutto ciò che decidiamo di pubblicare su internet potrebbero scatenare conseguenze imprevedibili, spesso serie e senza possibilità di porvi rimedio. Far male a sé stessi e agli altri è un attimo: appena il tempo di sottovalutare qualcosa che potrebbe improvvisamente diventare un tutto terribile.

Siate consapevoli sempre!

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